sabato 24 gennaio 2015

[Palermo]



Quella città aveva avuto sempre per me due volti, perfettamente definiti, meravigliosamente belli, puri, entrambi, nelle loro più profonde menzogne.

Uno era il suo Cielo, di un azzurro immenso, quasi imbarazzante. Limpido e infinito: avrei potuto contemplarlo per ore, fino a precipitarvi dentro, senza accorgermene.

Ogni tanto scorgevo una nuvola, spesso sopraggiungeva una breve tempesta, ma bastava un'altra parola, un'altra bugia, a spazzare via tutto e a riempirmi la testa e il cuore di quel supremo chiarore che piano si scioglieva in un bacio...

Il mio cielo. Così lontano... che ripetutamente, mentivo al mio corpo, convincendolo che sarebbe riuscito a raggiungerlo.

E l'altro? Bhe... l'altro volto era il Caos. Era il rumore e la musica, l'incertezza e la confusione più assoluta. Era terra e vento e fuoco e tutto quello che potevo abbracciare facendomi del male. C'era una curva meravigliosa su quel volto, percorsa tante e tante volte, che portava all'ossessione e all'estasi più remota.

Fuga dal caos. Come se veramente avessi voluto silenzio fuori dal mio corpo che altro non era che delirio.

Nessuna risposta, mai, se non il rumore assordante della pazzia.

Ed era emozione e vomito insieme.

Niente avrebbe potuto portarmelo via, niente avrebbe potuto farmi smettere, se non la ragione.

Ed io? Io cos'ero?

Io ero paura.

Paura di perdere e di cadere e di morire.

Ero pura paura d'amare, come mai avevo fatto prima.

4 commenti:

  1. Ogni tanto ci delizi, meno male che c'è Feedly! ;)

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  2. Palermo sempre a metà, personalmente l'ho vissuta a tratti e mi piace ritrovare alcune emozioni quando sono li!! adoro il tuo articolo!!

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